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il MEF favorì Morgan Stanley

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L’accusa è pesantissima e apre scenari inediti: sarebbe stato commesso un danno erariale da 3,8 miliardi di euro nella ristrutturazione dei derivati sottoscritti dal Tesoro con la banca d’affari Morgan Stanley avvenuta nel 2012. A formularla è la Procura regionale della Corte dei conti del Lazio guidata da Raffaele De Dominicis grazie alle indagini condotte dal Nucleo di polizia tributaria di Roma. Al centro, le clausole capestro fatte valere dalla banca a fine 2011 e garantite dal Tesoro. I cui vertici – risulta al Fatto – sono ora “molto preoccupati”.

Poche cose in Italia sono coperte da segreto come i derivati di Stato sul debito pubblico. Al momento, stanno causando una perdita potenziale di 42,6 miliardi (dati 2014), ma non si può sapere se sarà effettiva perché i contratti sono segreti. I derivati sono una scommessa tra due soggetti: se si verificano alcune circostanze, uno perde e l’altro vince. I più diffusi, e usati dal Tesoro nel periodo che precedette l’ingresso dell’Italia nell’euro, sono gli Swap, utilizzati per proteggersi dal rialzo dei tassi di interesse sui titoli di Stato, come quello sperimentato nel 2011. Se questi salgono, il Tesoro risparmia, viceversa ci perde, come sta avvenendo ora. A oggi, l’Italia ci ha perso più di tutti in Europa: 23,6 miliardi nel 2011-2015, su un ammontare complessivo di 160 miliardi.

La vicenda Morgan Stanley è nota. A gennaio 2012 – governo Monti – quando lo spread era a 500 punti, il Tesoro ristruttura, perdendoci, 5 contratti derivati sottoscritti con la banca in un accordo quadro del 1994. Per i magistrati contabili, i dirigenti che li firmarono dovrebbero ora rispondere del danno. I nomi non vengono fatti, ma la preoccupazione del ministero è facile da intuire. In quel periodo al governo c’è Carlo Azeglio Ciampi, ed è un’epoca frenetica, con il Tesoro che cerca di rispettare i parametri di Maastricht per entrare nell’Eurozona. Ministro è Piero Barucci e direttore generale Mario Draghi. A dirigere il dipartimento del debito pubblico c’è Vincenzo La Via, attuale direttore generale del dicastero. Il suo sostituto, Maria Cannata, in un’audizione ha spiegato che ad approvare l’accordo fu Mario Paolillo, all’epoca alto dirigente del Tesoro, ora deceduto. Ma queste operazioni non si fanno all’insaputa dei vertici, e infatti se venissero ripetute ora, a firmare sarebbe la Cannata. La vicenda emerge nella relazione generale tenuta da De Dominicis per l’inaugurazione dell’anno giudiziario e svelata dai deputati di Alternativa libera Possibile: “Vista la portata della notizia, ci chiediamo dove sia la relazione che la Commissione Finanze della Camera doveva fare e di cui si sono perse le tracce nel rimpasto dei vertici. Perché non vengono fornite informazioni sui contratti?”, accusa il deputato Massimo Artini.

Torniamo al 1994. Nell’accordo quadro, il Tesoro garantisce alla banca una clausola “unilaterale” Additional termination events (Ata): se si fosse trovato esposto oltre un certo livello, Morgan Stanley “poteva chiedere la chiusura del portafoglio”. E questo perché il Mef “non aveva prestato la garanzia a collaterale (contante o titoli)” prevista dall’accordo. Il ministero non l’ha fatto, perché la garanzia avrebbe fatto salire deficit e debito, che invece si voleva far scendere per entrare nell’euro. Per i pm contabili, questo buco rende i contratti “non idonei” a stabilizzare il debito e il Tesoro doveva astenersi dal siglarli visto che la soglia era così bassa da venire superata quasi subito.

Le accuse di “malagestio” sono gravi e documentate: pochi uomini preposti alle operazioni; strumenti inadeguati, contratti volutamente “speculativi” etc. E poi la botta: “Le procedure adottate dal ministero violavano le norme di contabilità generale dello Stato” e “in diversi casi sembravano orientate unicamente e senza un valido motivo a favorire la banca”. Per due contratti (interest rate swap), la ristrutturazione “venne proposta da Morgan Stanley senza un valido motivo e accettata dal Mef senza esercitare alcun ruolo attivo”. Nella lista c’è poi un altro derivato, sottoscritto da Infrastrutture spa, accollato nel 2007 al Tesoro e da questo gestito malissimo. La Procura contabile ha segnalato i dirigenti firmatari e chiede 3,8 miliardi di danni. Toccherà ora ai giudici contabili stabilire se queste ricostruzioni siano fondate e in che misura.

Da Il Fatto Quotidiano del 28 aprile 2016

Non credete alla favola dei figli che nascono con un debito di 35mila euro

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[pullquote]Bene, applicando la stessa formula ad esempio in Germania scopriamo che anche i cittadini tedeschi nascono con un fardello mica da ridere. Dividendo i 2.600 miliardi di debito pubblico nominale tedesco per la rispettiva popolazione (80 milioni) si ricava un debito individuale di 32mila euro. Quindi, secondo questa logica anche i genitori tedeschi dovrebbero preoccuparsi per i loro figli, subito affossati da una montagna di debito non appena nati.[/pullquote]

Ormai da tempo, e da più fonti, si sente spesso dire che ogni italiano ha un debito di 35mila euro. Per la stessa logica, ogni nuovo nato eredita questo pesante fardello, una sorta di peccato originale. Al primo respiro, se fosse cosciente, saprebbe che è già in debito di 35mila euro con lo Stato. In realtà, si tratta di una favoletta bella e buona, peraltro con venature horror, che cercherò in questo post di smentire, provando a tranquillizzare i genitori italiani…

Partiamo innanzi tutto dal dato: 35mila euro. Come si ottiene? Molto semplicemente dividendo l’ammontare del debito pubblico nominale italiano (2.100 miliardi) per la popolazione (60,8 milioni). Da cui si ottengono, dopo un piccolo arrotondamento, i fatidici 35mila euro!

Leggi l’articolo intero… http://www.alleyoop.ilsole24ore.com/2016/03/09/non-credete-alla-favola-che-vostro-figlio-nasce-con-un-debito-di-35mila-euro/?refresh_ce=1

UE non è altro che l’unione del capitale dei paesi europei dominanti

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D: Syriza ha collegamenti espliciti con il capitale?

R: Chiaramente. Adesso è evidente. Un anno fa non era così. La borghesia greca è divisa in varie fazioni; tuttavia, c’è una grande divisione all’interno del grande capitale. Da un lato, ci sono i cosiddetti «nuovi gruppi emergenti» che sono cresciuti alla fine degli anni ’80 e all’inizio degli anni ’90 sotto l’amministrazione PASOK di Simitis e dopo Nuova Democrazia. Dall’altra parte ci sono i più anziani beneficiari delle amministrazioni PASOK di Andreas Papandreou. Questi ultimi sono diventati i perdenti con l’ascesa dei nuovi. Queste vecchie frazioni del capitale hanno dato sostegno a Syriza, all’inizio di nascosto. Una volta che Syriza è stata eletta, anche l’altra fazione ha iniziato a giocare una partita scontro-e-negoziazione con Syriza…

…continua su >

http://vocidallestero.it/2016/02/20/perche-siyriza-sta-colando-a-picco-in-grecia/

ISLANDA: DISOCCUPATI AL 2 PER CENTO. SENZA UE

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Come ce l’hanno fatta gli islandesi?

Semplice. “Non avremmo potuto uscire dal disastro se fossimo stati nembri dell’Unione Europea”, ha spiegato il primo ministro Sigmundur Davíð Gunnlaugsson. La fortuna aggiuntiva è di non essere entrati nell’euro ma aver la loro moneta sovrana. “Se i debiti fossero stati in euro, se fossimo stati obbligati (dalla UE) a fare come l’Irlanda o la Grecia, e prenderci carico delle banche fallite, ciò avrebbe affondato la nostra economia”… <<<leggi>>>

ISLANDA: DISOCCUPATI AL 2 PER CENTO. SENZA UE.

Carinzia in bolletta: il Land a un passo dal crac

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Un mese, al massimo un mese e mezzo. Il Land Carinzia non può sopravvivere più a lungo di così con le sole proprie risorse. Già dal primo di questo mese ha bloccato tutte le uscite facoltative. Si paga solo ciò che è necessario: stipendi, luce elettrica, soccorso stradale… Tutto il resto è fermo o rinviato a tempo indeterminato. Via anche lo storico contributo una tantum per le mamme… <<<leggi>>>

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2015/04/23/news/il-land-carinzia-in-bolletta-a-un-passo-dal-crac-1.11285739

Debito e corruzione nel mondo

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Per vedere come stiano le cose però prima devo spiegare, a chi non lo sapesse, come funziona uno scatter (in italiano: diagramma a dispersione). È un dispositivo grafico che permette di intuire se esiste una qualche forma di associazione statistica fra due variabili. Il principio è molto semplice: si rappresenta ognuna delle due variabili su un asse coordinato, in modo tale che a ogni punto del piano corrisponda una coppia di valori, e si vede se i punti così creati seguono o meno una certa logica (ad esempio, sono o meno allineati lungo una retta)…. <<<leggi>>>

http://goofynomics.blogspot.it/2014/06/debito-e-corruzione-nel-mondo.html

Dall’arrivo dell’euro, famiglie più indebitate. Il conto è allarmante: +140 per cento

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L’introduzione della moneta unica ha “contribuito a far impennare i debiti, non tanto per aver spinto all’insù il costo della vita, ma per aver contribuito a far scendere i tassi di interesse praticati dalle banche nella prima parte del decennio scorso”. Se tra il 1991 ed il 2001 i tassi medi applicati dagli istituti di credito al settore privato si attestavano all’11,2%, onteggia la Cgia, tra il 2002 ed il 2012 sono scesi al 5,5%. Questa opportunità ha spinto moltissime famiglie ad indebitarsi attraverso l’accensione di un mutuo per l’acquisto della prima o della seconda casa, almeno fino all’inizio della crisi… <<<leggi>>>

http://www.repubblica.it/economia/2013/01/26/news/dall_euro_famiglie_pi_indebitate_del_140_per_cento-51325815/

Fmi: senza nuovi aiuti fuori controllo il debito della Grecia

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Il debito greco «non è sostenibile» senza «trasferimenti diretti nel budget greco da parte della Ue», che «si è impegnata in tal senso a dicembre»: ha detto Poul Thomsen, inviato del Fmi all’interno della cosidetta troika. «Noi vediamo un buco nei conti» per gli obiettivi che deve raggiungere la Grecia e «gli europei devono riempirlo», ha aggiunto riaprendo al querelle che era stata faticosamente messa a tacere tra il direttore generale Christine Lagarde e il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble a dicembre a Bruxelles sui fondi che mancavano per poter mettere in sicurezza i conti greci nel 2016 e riportare al 120% il rapporto debito/Pil…. <<<leggi>>>

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-01-18/grecia-senza-nuovi-aiuti-180545.shtml?uuid=AbKbAjLH

L’Italia schiava del totem debito/Pil

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Da quando è cominciata la crisi mondiale l’Italia è il Paese dei paradossi. Tra le poche economie (con Germania e Francia) a non aver “peccato” negli anni Duemila con una bolla immobiliare-finanziaria, ha sofferto più di tutte (assieme a Germania e Giappone) un forte calo del Pil nel 2009… <<<leggi>>>

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-10-25/litalia-schiava-totem-debitopil-080736.shtml?uuid=AbWy8awG

Cosa sapete della slealtà? (***)

Vi piaccia o no, da persona etnicamente autorizzata a farlo, di aggiungere una piccola chiosa al vostro vocabolario della lingua italiana, che non è il mio. E no che non lo è, perché nel vostro dizionario esiste una parola che nel mio non esiste: “svalutazionecompetitiva”. Io sfoglio il mio vocabolario, e trovo: “competitivo, agg. 1) che consente di competere; 2) che è animato da spirito di competizione”. Poi vado pazientemente un po’ più giù, e trovo: “svalutazione, s.f., diminuzione del valore o del prezzo di qualcosa”. A questo punto, per cercare di capire quale sia quella che voi vi ostinate a chiamare la “vostra” idea, ma che non è vostra neanche un po’, seguendo l’ordine alfabetico, scendo lungo la pagina, aspettando di trovare subito dopo “svalutazionecompetitiva”. Ma… mistero! Questa parola nei miei dizionari non la trovo… <<<leggi>>>

http://goofynomics.blogspot.fr/2012/03/cosa-sapete-della-slealta.html