M5S, online il primo capitolo di ‘Supernova’: rottura tra Grillo e Casaleggio

 
 


L’ultima telefonata. Supernova è il racconto di una rivoluzione fallita. E il titolo, che indica un’esplosione stellare, non è casuale. Scrivono ancora gli autori nell’introduzione: “Una rivoluzione allegra, pulita, sincera. Fallita nel più triste degli inganni, come un incubo che prende vita giorno dopo giorno”. Il libro narra anche la storia di una frattura insanabile, quella tra Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, avvenuta pochi giorni prima della morte di quest’ultimo. Il primo capitolo da oggi in Rete si intitola “L’ultima telefonata”, quella intercorsa, appunto, fra i due fondatori del Movimento: “La voce è un grido e il grido è un ‘Vaffanculo’ – si legge nelle prime pagine – Solo che non c’è una folla acclamante davanti, e non c’è una piazza. C’è un uomo e quell’uomo è Beppe Grillo. E l’invito ad andare a quel paese è rivolto a lui. Al telefono. Da Gianroberto Casaleggio”. Pochi giorni dopo Casaleggio muore senza che Grillo abbia avuto la possibilità di chiarire con il suo amico.

Secondo gli autori di Supernova, quell’ultima telefonata “testimonia quello che il Movimento già non è più, spiega cosa sta diventando, descrive il rimpianto di Beppe per quello che sarebbe dovuto essere. È il paradigma di un nuovo assestamento strutturale che la ‘dirigenza’ sta perseguendo”. Nel silenzio della base degli iscritti, che è all’oscuro di tutto. Tre sono gli ‘attori’ del nuovo corso: Grillo, Davide Casaleggio che ha preso il posto del padre alla guida dell’azienda di famiglia  – la Casaleggio Associati – e il direttorio. “La posta è enorme – scrivono Canestrari e Biondo – chi ha accesso agli iscritti al blog e alla piattaforma Rousseau può mettere le mani sul Movimento”.

Il motivo dello scontro. All’origine dello scontro tra Beppe e Gianroberto c’è la migrazione dal blog beppegrillo.it a ilblogdellestelle.it, di cui il comico genovese non era stato informato, e la nascita di Rousseau. Grillo la prende male, spiegano gli autori di Supernova, perché in questo modo non c’è più il suo blog al centro delle attenzioni, “non è più il motore propulsore del Movimento”. Ma “Casaleggio sceglie di guardare oltre il vecchio sodale, tutelando da una parte la sua azienda, dall’altra accontentando le richieste dei parlamentari che fanno un pressing asfissiante perché vogliono a tutti costi un loro spazio che non sia all’ombra del blog di Grillo. E questo ovviamente al comico genovese non va giù”. Sono già alcuni mesi che si trova a disagio, si legge nel libro: “Grillo, fuori dal palco, nel Movimento conta sempre meno, soprattutto nella sua gestione quotidiana, ormai sempre più accentrata a Roma”. I due fondatori perdono progressivamente uomini nel Direttorio: solo Carla Ruocco e Roberto Fico restano loro fedeli, mentre Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, in piena ascesa romana, dopo la “Notte dell’Onestà” a Roma nel gennaio 2015 avrebbero affermato di poter fare a meno di Grillo. Meritandosi per questo l’appellativo di “ragazzini cattivi”, affibbiato loro dalla Ruocco.

L’insofferenza del direttorio. E così a fine luglio 2016, Di Maio e Di Battista salgono con gli altri membri del direttorio a Genova per parlare di tante cose, ma soprattutto di simbolo e proprietà del Movimento. Grillo diserta e manda all’incontro suo nipote Enrico, avvocato e vicepresidente dell’associazione Movimento Cinque Stelle, formata da Beppe, il nipote Enrico e il commercialista Enrico Nadasi. “Poco o nulla trapela su quell’incontro – racconta il libro – tutto rimane segreto. Ci sono casi in cui lo streaming è meglio non farlo”. Ma Roberto Fico si lascia scappare: “Noi siamo in mezzo tra Beppe e Davide”. I rapporti tra i due, infatti, sono tesissimi. “L’indomani dell’incontro di Genova – scrivono Biondo e Canestrari – i cinque del direttorio vanno a Milano proprio da Davide Casaleggio. E la frattura tra loro diventa pubblica per una forzatura di Casaleggio jr, che poco dopo l’incontro con il direttorio pubblica un post: ‘Da domani si vota sul nuovo statuto’. È uno strappo. Ma a quell’annuncio non segue più nulla, il silenzio. Fino ad oggi”.

Statuto e simbolo. Tanti parlamentari chiamano Grillo per sapere se davvero vuole lasciare il simbolo al direttorio, ma lui rassicura: “State tranquilli, non ci penso nemmeno”. E così, si legge in Supernova, “l’ultima spallata a Grillo viene sventata. Ma la resa dei conti è solo rimandata”. Rimane sul piatto la questione legale: “A chi appartengono gli iscritti del Movimento – si chiedono Canestrari e Biondo  – all’associazione Movimento Cinque Stelle o all’azienda Casaleggio Associati nei cui server sono contenuti tutti i loro dati? E chi li gestirà in futuro quando sarà pronto un nuovo statuto del Movimento?”. Quest’incertezza, sottolineano gli autori di Supernova, è anche il motivo per cui non sono stati rispettati i tempi annunciati per la pubblicazione del nuovo statuto: “Doveva essere pronto prima della prossima festa nazionale dei Cinque Stelle, che sarà a Palermo il 24 e 25 settembre. E se quella di Imola è stata l’ultima festa di Gianroberto Casaleggio, questa di Palermo che arriva tra mille difficoltà e imbarazzi, potrebbe essere davvero l’ultima festa di Beppe Grillo da leader del Movimento”.

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